WATCH ME FLY (in corso). Rating: verde

Ultimo Aggiornamento: 03/04/2013 21:44
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13/07/2012 11:16
 
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Vivranno una bella avventura
18/07/2012 12:16
 
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Ciao a tutti. rieccomiii!! Buona lettura!!

Capitolo sesto


Nel pomeriggio , Clara indossò il suo cappotto a doppio petto e si diresse con Michael fuori. Come ante detto, le fece far visita all’intero parco. Le mostrò tutte le attrazioni e ogni tanto si fermava ad ammirarle come fosse la prima volta anche per lui . Come ogni guida che si rispetti le spiegava tutte le funzioni e alcuni particolari meccanismi utili per il loro funzionamento. Lo ascoltava in silenzio altalenando lo sguardo.
“Questo è invece il mio nascondiglio.” e le indicò un grosso albero nodoso poco distante dalla giostra con i cavalli.
“Mi piace salirci, si sta bene sai? Adesso lo vedi un po’ spoglio, ma in primavera è un vero incanto!”
Clara lo scrutò. Era altissimo e arrivata ai rami in cima provò uno strano senso di piacere. ”Chissà com’è la visuale da lassù”.
“Ti piacerebbe salire?” le chiese lui mentre guardava nella stessa direzione.
“Magari!” rispose lei imbambolata.
Si abbassò davanti e le mostrò la schiena.
“Afferra le mie spalle”
Clara sgranò gli occhi trattenendo il respiro.
“Avanti, ce la puoi fare. È come essere portati in braccio, solo che anche le tue mani devono contribuire.”
“Ma io…non so se….”
“E dai, stai tranquilla. Non ti farai male. Le tue gambe le terrò io.”
Clara ,che nel profondo era entusiasta di poter arrivare lassù, non riusciva a dire nulla. A bloccarla era in qualche modo il ricordo di quello strano benessere che aveva sentito quando l’aveva condotta in braccio su per le scale. Cominciava anche a temere di essere un peso per una persona così grande. Poi però la sua mente tornò ai gesti di uomo umile che le aveva mostrato e si rasserenò. “e va bene”
“Dai Clara!- la esortò ancora con forza. – e poi, non posso star così per tutto il tempo!”
Sorrise e posò le mani sulle sue spalle.
”è come mettersi a letto” Si sporse in avanti. Stava per darsi poi una spinta per staccarsi dalla sedia quando le sue mani le afferrarono le gambe.
“Scusami ma devo per forza avvolgertele con le braccia” Clara sentì che era in imbarazzo quanto lei.
Ora si ritrovava come seduta con il busto appoggiato alla schiena di Michael.
“Ora si parte!”
L’albero offriva molti appigli sui quali Michael appoggiava abilmente mani e piedi in sequenza. Sembrava muoversi liberamente, come fosse niente. Eppure, c’era lei a gravarle dietro. Arrivati quasi all’estremità, ,due rami vicini erano lì ad attenderli. Michael la fece scivolare a sedere sul ramo opposto avendo cura di non farle del male, poi si sistemò anche lui.
“Allora, tutto bene?” nella sua voce c’era un filo di fiatone.
“Bellissimo. “. Intanto si stava lisciando i pantaloni accurandosi di avere le gambe ben distese.
“Qui com’è. Come te lo aspettavi?” Clara si voltò verso di lui. Era seduto con le gambe a penzoloni nel vuoto.
“Anche meglio. –sorrise chiudendo gli occhi- sai? quando stavamo venendo quassù, mi era sembrato di volare. Ti ho fatto stancare?”
“Affatto . Poi, è stata mia l’idea no?” Si strinse le gambe al petto e fissò davanti a sé.
Clara continuava a guardarlo. Sentì un peso sul petto e d’istinto allungò una mano. Gli sfiorò quella che stringeva la gamba dalla sua parte .
“ La vista è magnifica!”
“MHMh” si limitò a rispondere assente.
Il naso di Clara cominciava a sentire l’aria che si faceva mano a mano più fredda. Il buio incombeva.
“Guarda ora Clara!” esclamò Michael improvvisamente ,come destato, stringendole la mano.
Rimasero in silenzio, entrambi con il fiato sospeso. Sotto di loro, lentamente presero ad illuminarsi tutti i giochi. Le luci apparivano minuscoli puntini simili a lucciole. Clara si sporse un po’ in avanti e si godette lo spettacolo ad occhi ben aperti. Michael sorrideva tra sé e sé.
“Ora scendiamo però. Comincia a far freddo quassù” disse strofinando le braccia.
Clara sarebbe rimasta lassù per sempre.
“Poi non abbiamo ancora finito.”
Si alzò e dopo aver barcollato un po’ trovò l’equilibrio. Riseguirono la procedura di prima. Clara cominciava ad aver seriamente paura. Scendere sarebbe stato diverso. Si tenne stretta .Michael pose un piede sull’appiglio vicino e una mano sul tronco. Portò poi avanti l’altro piede e anche questo toccò un appoggio.
Agitò in aria l’indice: “Dovremmo escogitare un altro modo!”
“Ne gioverebbe a entrambi.” Assentì lei sollevata.
Tornarono a terra e Clara tornò sulla sua carrozzella. Michael si massaggiò un po’ una spalla.
“Ti ho fatto male?” il senso di colpa le stava per arrivare.
“Assolutamente no.” la rassicurò.
Continuarono la passeggiata. L’aria di quel posto aveva qualcosa di magico. Clara lasciò che le accarezzasse il viso e i capelli.
“Questo è il mio piccolo spazio per gli animali.”
Erano giunti davanti ad una distesa libera da qualsiasi oggetto, un rivo d’acqua che l’attraversava e percorreva il ranch nel suo perimetro era occupato da un elefante che si stava abbeverando.
“Quello è un regalo di una mia amica. “
“è enorme!” sopraggiunsero poi una giraffa e delle varietà di animali dalle piccole dimensioni. Tra cui una simpatica scimmia che cercava di fare i dispetti a l’ignara “signora dal collo lungo”. Così l’aveva definita Michael.
Clara prese a ridere.
“Cosa è successo?” le chiese quasi contagiato.
“è quella scimmia che mi sta facendo morire! Ha un nome?” Dal gusto della risata si teneva la pancia e inclinò la testa all’indietro.
“Bubbles! È un’amica di vecchia data.”
Clara cercò di ritrovare il contegno. “è buffissima!”
“Puoi dirlo forte! Se vuoi te la faccio conoscere. Non si fida facilmente di altri umani ,ma forse di te…”
In quel momento correva verso di loro un affannato Joan.
“A eccovi finalmente.” Si piegò sulle gambe per respirare.
“Non dirmi che eri in pensiero. Sai che…” cercò di tranquillizzarlo Michael dandogli delle pacche affettuose sulla spalla.
“No…Cioè, ovvio...però…”
“Avanti Joan basta formalità, allora che vuoi?” gli disse fingendo la severità.
Questo si drizzò quasi sull’attenti .
“C’è una persona che ti aspetta nella “Receptions. Era ansiosa di parlarti.”
“Arrivo. “
Si rivolse poi a Clara. “Joan ti riporterà in camera. Ci vediamo a cena . Sai,i miei incontri sono molto lunghi.”
Clara annuì ma non si nascondeva di essere delusa.
Joan le fece uno dei suoi sorrisi paterni a cui Clara rispose.
“Vieni cara.”
“Ma chi è questa persona Joan?” avrebbe voluto chiedere. Ma pensò di mostrarsi invadente, così lasciò perdere.
“Per qualsiasi cosa chiama pure. Io sono in questo piano.” Disse Joan uscendo.
Clara si ritrovò sola e con le mani in mano. Nella stanza non c’era nulla da fare se non mettersi a letto. Ma di dormire non ne aveva voglia. La sua mente era immersa nel ricordo degli attimi appena trascorsi con Michael. Poi ebbe un’idea.
“Joan ,Joan!” chiamò con un tono non esageratamente alto sbucando dalla porta con la testa.
“Dimmi pure Clara.”
“Mi accompagneresti in biblioteca?”
“Certamente. “
E detto fatto si ritrovò tra gli scaffali pieni di libri.
[Modificato da chiarajackie 18/07/2012 12:16]
18/07/2012 16:22
 
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Adesso è presto per parlare d'e ma chi lo sa andando avanti Clara si innamorerà di Michael
19/07/2012 17:11
 
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Ciao. Ho cominciato a leggere altre ff(quelle più lontane di tempo)e devo farvi i miei complimenti. [SM=g27811] Buona lettura!!

Capitolo settimo

Aveva trovato molti libri che parlavano di avventura, altri di favole, altri ancora di economia. Ma i generi non finivano qui perché con il naso in su scorse anche romanzi, gialli, giornali accatastati tra le videocassette. Non sapeva cosa scegliere e una certa pressione le era messa dalla presenza di Joan che con pazienza attendeva qualche sua richiesta. Se ne stava in un angolo con le mani giunte all’altezza della vita. Si ripeteva più volte di prendere un libro, il primo che le fosse capitato, interessante o no che fosse . Ma la scelta alla fine si mostrò giusta. Le balzò agli occhi un libro dalla copertina rosa visibilmente usato. “La strada dell’amore”. Quel titolo la incuriosì. L’amore ha una strada? Le era spesso capitato all’istituto di leggere romanzi rosa, ma essendo sottoposti ad indice le erano passate tra le mani per lo più favole che trattavano d’amore, ma puntavano alla morale e alla suspance.
“Joan, per favore, vorrei quel libro là.”
“Oh, te lo prendo subito.” e salì su di una scala con la cima accostata alla mensola.
“Te per caso sai com’è?” gli chiese. Chissà, magari lo aveva letto anche lui. Era così consumato!
“No, mi dispiace, non ne ho idea. Però dal titolo sembra interessante-lo sfogliò veloce -aspetta, ora che ci penso, lo ho visto in camera del signor .Jacks …ehm ...di Michael!
Clara sorrise.
“E credo l’abbia trovato interessante perché nel giro di tre giorni era di nuovo qui.” Intanto era sceso.
“O ha fatto schifo”
“Ma lui lo avrebbe letto comunque.” I libri non vanno sprecati” dice. E gli do ragione sai?”
Clara lo prese e cominciò a leggere.
“Io scendo, se mi vuoi basta che tu mi richiami con questo pulsante.” Era un bottone al muro tra due scaffali.
Cominciò la lettura. “Capitolo 1: valle. L’amore cos’è? Platone avrebbe detto ”Desiderio di ciò che non si ha” .Questa domanda sorge a tutti prima o poi e anche se adesso non lo sai, anche tu prima o poi lo sperimenterai. Sentimento di gioia altalenante. Tutto comincia quando meno te lo aspetti, c’è l’amore a prima vista, l’amore solamente fisico, l’amore che nasce da una semplice amicizia. Poi c’è l’amore che si manifesta al momento in cui ci accorgiamo di essere gelosi ,anche se non lo ammettiamo, per l’amore dato da qualcuno a un nostro amico che ci accorgiamo solo allora valere qualcosa di più.” Clara si affascinava al libro mano a mano che andava avanti. Erano per lei riflessioni fino ad allora sconosciute. “L’amore fa volare.” continuava l’autore qualche capitolo più avanti. “Non basta dunque solo l’attrazione fisica per giudicare vero amore cari lettori.” Clara stava facendo tesoro di quelle parole. Intanto il tempo passava silenzioso. Dopo, forse quasi più di un’ora decise di fare una pausa. Chiuse gli occhi e si abbandonò rilassata sulla sedia. Ripensò a ciò che aveva appena assimilato. Qualcosa di inconscio si stava muovendo in lei, qualcosa in cui aveva a che fare anche il cuore. Qualcosa che sapeva di dolce, che aveva provato fino a poco prima. Qualcosa che aveva a che fare con……..Michael. Una risata sonora risuonò nella stanza. Clara aprì gli occhi e tornò al presente. Altre risate accorate. Riconobbe quella di Michael, ma un’altra la sovrastava. Clara corse fuori nel corridoio. Un chiacchiericcio fitto e allegro proveniva dall’ultimo piano. Doveva essere Michael con il suo ospite tanto importante. Sarebbe scesa a vedere spinta dalla curiosità, ma come? Dimenticò di suonare e chiamò a gran voce Joan. Poi si maledisse di quella dimenticanza. Non era mica uno schiavo. Vabbè, appena salito gli avrebbe chiesto scusa. Questo salì di corsa le scale.
“Scusa Joan. Ho dimenticato che dovevo suonare. “
“CLARA!” urlò una voce. Michael stava salendo di corsa con al seguito, una donna.
“Scusate-farfugliò imbarazzata-io volevo chiedere a Joan di portarmi giù. “
“Comunque-deviò Michael che forse neanche stava ascoltando in quel momento- Clara vorrei presentarti una persona.” e strattonò un po’ la mano della donna che se ne era rimasta alle sue spalle. Timidezza? Non si capiva.
“Lei è una mia vecchia amica. Si chiama Lisa Marie. Pensa ci conosciamo da piccoli, era...una fan diciamo”
Clara allungò una mano. “Piacere, Clara.” La donna la squadrò attentamente. e Clara si sentì a disagio.
“Piacere mio.” Finalmente le strinse la mano.
“Come ti dicevo lei è la mia…protetta.” Lisa le sorrise. Almeno quello non la turbava. Era un bel sorriso.
“Clara, tra qualche giorno Lisa verrà a stare da noi per passare insieme le vacanze feste.”
Ora fu lei a squadrarla. Non le ispirava nulla.
“Tutto bene?” chiese Michael avvicinandosi.
“Oh si si. Bè, sono proprio felice di conoscerti.”
“Bene, ah, poi, tanto vale che te lo diciamo subito.” Irruppe lei fissando Michael.
“ Presto sarai anche sotto la mia protezione. “
Michael abbassò la testa e si pose un dito sulla guancia. Sospirò quasi rassegnato.
“Vogliamo sposarci!” esordì ancora lei.
Clara ingoiò un groppo che le chiudeva la gola. Joan guardò il suo datore perplesso.
“Avanti Mike, tanto prima o poi..”
Michael tirò su il capo e sorrise debolmente. Tornò a guardare in basso. Joan si congratulò anche se aveva letto qualcosa nel suo fare. Poca convinzione?
“Gelosia. Tanta gelosia!” una voce interna pronunciò a Clara queste parole. Afferrò le ruote con foga e arretrò scuotendo il capo senza distogliere gli occhi da quei due.
“No!” gridò d’impulso. La disperazione la stava assalendo.
Michael la osservò stringendo gli occhi. Rientrò nella biblioteca e si chiuse. Lisa aveva un’aria vittoriosa. Di chi aveva appena raggiunto il suo scopo. Si mostrò però accorata da ciò che stava accadendo.
“ora devo andare. Vi lascio. Ti richiamo io. “ disse.
Michael annuì distrattamente. “Accompagnala tu Joan per favore. “
“Clara apri ti prego. Apri!”
Pose un orecchio sulla porta. Doveva essere lì dietro. Udiva distintamente i singhiozzi.
“Cos’hai Clara?”
Nessuna risposta.
“Colpa di quello stupido libro!” si ripeteva lei in quei pochi spazi in cui poteva articolare delle parole.
Sentiva la voce di Michael ma non voleva parlargli. E non voleva mostrarsi ancora una volta in lacrime.
Lui, dall’altra parte si sedette a terra appoggiato con la schiena alla porta incapace di trovare un modo per farsi aprire.
“Ti prego Clara-riprese allora- non fare così. Parliamo. Resta pure lì ma dimmi qualcosa.”
Silenzio.
19/07/2012 17:38
 
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E' gelosa perché Lisa ha detto lo sposa e anche perché è innamorata. Posta il prossimo dovrà dirglielo che è innamora e non vuole che sposi Lisa
22/07/2012 15:49
 
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Re:
Ciao a tutte. Allora,starò via una settimana e non potrò scrivere,ma appena rimetto piede in casa posterò il prossimo capitolo che comunque è 'in cantiere'. [SM=g27811]


27/07/2012 21:53
 
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Ciao a tutti!! come detto ho effettuato la 'stesura' del capitolo apppena messo piede in casa. Spero sia riuscito,ero un pò stanca ma una settimana senza scrivere è stata dura [SM=g27828] . spero sia venuto bene. Buona lettura!!

Capitolo ottavo

“Ho fatto la mia bella figura eh?!” Finalmente la sua voce. Michael si girò lateralmente alla porta avvicinando un orecchio e la mano opposta.
“E l’avrò fatta fare anche a te. Giusto?” continuò.
“Clara io vorrei capire cosa ti è successo. Perché hai reagito in quel modo?”
“ Io penso…- si morse agitata il labbro inferiore guardando il libro sullo scrittoio al centro della biblioteca-che siete proprio una bella coppia.” finì con falsa allegria.
“Clara-Michael si riposizionò volgendo alla porta le spalle-Lisa è una donna di spettacolo come me. È la figlia di Elvis sai? e forse all’inizio può dare l’impressione di una persona dura, ma non lo è. “
“Tu-titubò un po’,stava per fare una domanda così ovvia ma non vedendolo ,sentì che poteva-tu la ami davvero?”
Michael non rispose subito.
“Ecco brava, mossa intelligente Clara, ora lo avrai messo a disagio naturalmente.”
“Non lo so.” La risposta uscì come da chi ci aveva riflettuto molto.
“Di Lisa non avrei nulla da ridire, però, qualcosa mi impedisce di immaginarmi con lei.”
Clara si sentì sollevata.
“Poi con lei-riprese-potrò apparire in pubblico. Lei è abituata alla folla, ai paparazzi. Cosa che non tutti sopportano. Io non gradirei mettere alla mercé di tutti la vita di una qualunque ragazza. Sarebbe insopportabile per me e per lei.”
Era giusto quel che diceva. Doveva ammetterlo, a lei non sarebbe piaciuto, ma di sicuro cosa le sarebbe importato.
L’orologio batté le 8. Un profumo di cucinato si addensò nella casa. Michael annusò deliziato.
“Dai Clara esci. Penso che ci aspetti una bella cena.” La maniglia si abbassò. Uscì con gli occhi arrossati dal pianto. Con sé portava il libro.
“Quel libro è uno dei miei preferiti sai? L’ho finito presto e vedo che anche tu sei arrivata a buon punto.” disse notando un foglietto inserito tra le pagine.
“è interessante. Mi ha spiegato molte cose che non avevo mai appreso.” gli confessò. Cercò di dimenticare l’accaduto, si era mostrata troppo lagnosa fino ad ora. Ma si accorse di quanto sia difficile cancellare le ferite del cuore se poi non c’è cura. Per ora archiviò.
“Chiamo Joan, così possiamo scendere.”
Lasciò il libro :” Torno a trovarti domani!”
“ora mi riprenderà tra le braccia.” Sperava tanto che Joan si sbrigasse a sollevarla. Non voleva immaginare cosa le avrebbe scaturito trovarsi tra le sue braccia.
Fortunatamente la sua speranza non fu vana. Mentre cenavano Michael avanzò una proposta: “Ti va,dpo cena di ascoltare qualche mia canzone?”
Clara annuì mentre portava alla bocca una forchettata di dessert.
“Andremo nel mio studio. Te Joan vieni?”
Diede un’occhiata a Clara ,poi rispose: “ Oh no grazie. Lasci che la signorina le conosca.”
“Allora Clara dopo ti gusterai un’esibizione Live gratuita .-scherzò-ma questa sera te le farò ascoltare al piano. Dopo quasi due anni di concerto riprenderò a ballare, credo dopo Natale.”
L’idea di ascoltarlo al piano la inebriava. Chissà com’era bravo! Però, qualcosa la frenò. Era stata una giornata intensa e ora le sue gambe ne risentivano. Le guardò con odio.
“Michael..-poteva piangere di nuovo? –sarei un po’ stanca. Si potrebbe fare domani? “
“Va bene. Domani sera.” Si alzò per andarle accanto. La baciò sulla fronte e la lasciò andare in camera.
“è stata una giornata ricca vero? Non ne avevi mai avute immagino. “
Clara avrebbe voluto dirgli il vero problema della sua stanchezza ma non lo fece. Si sarebbe preoccupato di sicuro e magari sarebbe arrivato a farsene una colpa.
“Già. Erano monotone.” Disse allora semplicemente.
“Buonanotte!” Michael si risedette. Aveva l’aria soddisfatta.
“Vuoi che chiami qualcuno per aiutarti a vestire. Dimmi pure.” Joan la mise a sedere sul letto. Questa volta le serviva proprio un’ aiuto.
“No, ce le faccio. Buonanotte Joan e grazie.”
“Di nulla. È Michael che merita di essere ringraziato più di tutti però.” Uscì.
La luce della lampada colorava la stanza di un giallo pallido. Prese la sua vecchia ma cara camicia da notte lì vicino, diede un’occhiata al cielo sereno e cominciò a spogliarsi. Una fitta alle gambe le mozzò il fiato. Non mollò. Una volta sdraiata restò girata alla terrazza. Si mise ad ammirare il cielo notturno cercando di rilassarsi. Una dolce melodia proveniente da lontano la cullò. Doveva essere sicuramente Michael. Le palpebre le calarono e finalmente si concesse al sonno.
27/07/2012 22:29
 
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Non è riusa a digli la verità ovvero che lo ama.
30/07/2012 17:27
 
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Ciao a tutte!! Buona lettura!!

Capitolo nono

Il giorno seguente Clara fu svegliata da un bussare che a primo impatto le sembrò quello della signorina Stevenson. Era d’abitudine, ogni mattina passava in rassegna tutte le porte dei dormienti. Lei, essendo l’unica al primo piano, finiva sempre con l’essere la prima a spezzare i sogni. Il bussare continuava. Clara si guardò attorno e realizzato dov’era tirò un sospiro di sollievo.
“Clara ,sei sveglia? Michael ti vorrebbe per la colazione.” Era la voce di Joan.
“Entra pure.”
“Hai bisogno di aiuto?” le disse amorevolmente.
“No, per vestirmi posso fare da sola. Devi solo avvicinarmi la sedia. “
Guardò fuori. Stava piovendo a dirotto. Il cielo era grigio. Andò vicino al finestrone e sotto i suoi occhi si distese l’immenso parco. Le luci erano ancora accese ed era bellissimo il contrasto che queste creavano con la pioggia. Gli alberi sbandieravano dolcemente le foglie. Un senso di pace la pervase nonostante il tempo.
Michael era lì nel soggiorno ad attenderla davanti ad un tavolo imbandito di dolci e due succhi di arancia pronti per loro.
“Buon giorno Clara. Dormito bene?” Era raggiante.
“Si benissimo grazie! Hai visto che tempo?”
“Già e a maggior ragione vorrei restare quì, con te, invece il dovere…”
“chiama-completò lei- Non preoccuparti ,ti capisco. Attenderò questa sera!” Gli sorrise.
“Non vedo l’ora di intrattenerti. Poi da domani fino a dopo le feste sarò presente. Inizieremo anche a sistemare gli addobbi”
Gli occhi di Clara si illuminarono. “Addobberemo per Natale? Intendi luci, albero, nastri..”
“Non facevate così voi?” chiese lui diventando serio.
“Era una festa che la signorina non condivideva. Solo qualche regalo per ”evitare problemi”. Ma io ho visto in un libro come sono le case in questo giorno.” Prese il suo succo.
Michael fece lo stesso dopo aver atteso questo suo gesto.
“Anche per me sarà la prima volta. Non vedo l’ora!”
Quando partì Clara decise che non sarebbe rimasta tutto il giorno con le mani in mano. Andò in cucina e chiese se poteva rendersi utile in qualcosa ma la allontanarono gentilmente dicendole di non scomodarsi ,erano loro ad occuparsene. Provò allora a chiedere a Joan se le trovava qualche mansione.
“Lo farei volentieri cara, ma non posso permettere che ti accada qualcosa. Abbiamo gli addetti.”
“Proprio nulla? “
Cosa poteva fare? Fuori pioveva a dirotto, i lavori domestici erano coperti e l’appassionante ”stupido” libro era terminato. Se non avesse fatto subito qualcosa che le avrebbe tenuta la mente occupata temeva di ricadere nello sconforto chiamato Lisa Marie. Pensò che comunque lei era innamorata di Michael in modo possessivo, almeno da quel che aveva intuito, era come un’arma a doppio taglio. Dolce ma altezzosa ,simpatica ma terribilmente misteriosa. E poi, avrebbe voluto tanto trovare la risposta all’incertezza di amarla che aveva Michael. Voleva capire lei cosa lo bloccava ,perché, le stava a cuore la sua vita. Era qualcuno che le aveva mostrato amore ,le stava dando una casa e chissà cos’altro in futuro. Aveva visto come si perdeva in sospiri scoraggianti ,ma anche tornare fiero.
Voglio fare qualcosa per mostrargli la mia gratitudine e affetto” “Joan, potresti procurarmi i ferri e del filo? Magari blu e bianco. “
“Sai cucire Clara?” le chiese meravigliato.
“Bè, me la cavo. All’istituto qualcosa mi hanno insegnato. Sai? Una volta venne un ispettore e adocchiò un centrino che realizzai io. Gli piacque molto e disse che era un piccolo capolavoro. Mi incoraggiò molto quel giudizio. “
“Vado subito a prenderli. “
Così ,Clara si chiuse in camera e vi rimase tutto il giorno a cucire. Ogni tanto Joan passava di lì e un momento entrò anche incuriosito.
“Cosa realizzi di bello?” Le si rivolse con cautela perché era talmente concentrata che non voleva distrarla.
Clara posò un attimo i ferri sul grembo. “Un cappello. Ne ho visto uno in biblioteca. Gli piacciono vero?” ebbe quasi paura ad avanzare la domanda, era già a buon punto e una risposta negativa sarebbe valsa come un colpo al cuore e amore per niente.
“Tantissimo!” le sorrise.
Clara, entusiasta, si drizzò e riprese il lavoro. “ma sarà il mio regalo di Natale. Ti prego Joan, non dirgli nulla”
“Stai tranquilla.” Si mise una mano sul cuore.
A sera ,Clara stava guardando fuori dalla finestra del salone quando vide l’auto nera di Michael entrare dal cancello secondario. Sorrise d’istinto e corse alla porta.
“Clara! Sei stata bene oggi? Cos’hai fatto di bello?” la abbracciò.
“O benissimo. Te? Sei stanco ,hai fame?” gli chiese tramutando l’anima in madre. Effettivamente un po’ stanco era,ma Clara non volle dare troppo peso, in fondo lui diceva di sentirsi bene.
Più tardi ,la invitò finalmente nel suo studio. Si sedette al piano forte chiuso e sistemò un paio di spartiti.


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Poi posò i gomiti sul copri tastiera e li contemplò. Clara si posizionò alla coda.
“Vediamo, inizierei da “we are the world”.” Allora, quella che ti farò ascoltare non sarà esattamente come l’originale ,è più complessa e …….anzi, quando ne avrai voglia potrai senza problemi chiedermi i cd o video. “
Clara annuì concentrata sulle sue parole come una studentessa diligente ascolta la spiegazione.
Scoprì allora i tasti e vi pose le dita con una naturalezza e sicurezza incredibili.Le fece ascoltare le canzoni più melodiche proseguendo con: “Man in the mirror” “Heal the world-che quando aggiunse che a cantarla c’erano anche dei bambini la fece strabigliare-“the way you make me feel”. Clara pensò che non c’era sicuramente al mondo voce più bella di quella. Le centrava l’anima e riusciva a suscitarle le emozioni di ogni singolo verso.
“Come sono andato?”
“Sono senza parole è…è…bellissimo….sei…bravissimo….non avevo mai ascoltato un cantante così! Oh Michael, sei un talento puro. -riprese fiato, era inebriata, sbalordita(forse esistono aggettivi anche maggiori per esprimere il suo stato)- posso farti una domanda?” ritrovò il contegno.
“Avanti ,dì pure.”
“Perché canti, scrivi canzoni, balli, fai tutto questo. Che ti piace sono d’accordo ma c’è altro?”
“Sì, c’è. Faccio questo per dare speranza alla gente, per dare quello che io ho ricevuto. L’estasi della divina unione tra danza e canto.”
“è bellissimo Michael!” esclamò Clara poggiando una guancia al pugno con il braccio sulla lucida coda.
“Sei stanca?”
“Avresti un’altra canzone da farmi ascoltare ora?” disse quasi in uno stato di beatitudine.
“The way you make me feel” disse schioccando le dita.
Cominciò a suonare di nuovo. Le piacquero molto le prime parole e anche il modo con cui ora Michael la guardava. Sorrideva e sembrava che gliela stesse dedicando. Si sentì un po’ in imbarazzo. Quando poi la canzone stava per terminare, aprì la bocca e “I just can’t stop loving youuuuuu…(crescente in falsetto) completò l’ultimo verso davanti ad un Michael bloccato che la fissava come colpito da una bellezza improvvisa. Clara si portò una mano alle labbra mortificata di averlo magari intralciato.
“Clara ,hai una voce bellissima!” fu la risposta improvvisa.
“Io non volevo ,era così trascinante però che non mi sono potuta trattenere.” farfugliò .
“Vieni qui, accanto a me. Ti va di cantarla insieme. Non importa se non la ricordi tutta. Mi farebbe piacere.” E si scansò un po’ più in là. Clara non si sentiva convinta ma lo fece.
Ricominciò così la melodia. Guardava dritta al testo sul leggio del piano e cercava di non spostare gli occhi su di lui. Una risata di piacere mentre cantava la costrinse a voltarsi. Il ritornello partì in quell’istante e le loro voci si fusero risuonando all’unisono. Ora seguiva le sue labbra e lui a sua volta osservava quelle di Clara. Si fecero sempre più vicini finchè all’ultimo verso si ritrovarono vicini ad un soffio tra le loro bocche .Conclusero il duetto con un inaspettato toccò di labbra. Michael steccò l’ultimo accordo e si dedicò completamente al loro bacio. Clara sentiva le lacrime salire. Non durò molto perché Michael si staccò appena da lei. Clara si accorse di come gli occhi scuri le stavano scavando i suoi oceanici.
“Sai Clara? Alla domanda che mi facesti ieri, ora saprei cosa risponderti .Ora ho capito. Ho comunque paura per te.” Clara scuoteva la testa commossa.
“A me non importerebbe nulla Michael! IO TI AMO!” gridò abbracciandolo forte.
Una lacrima percorse anche il suo viso. La strinse a sé.
[Modificato da chiarajackie 30/07/2012 17:30]
30/07/2012 19:48
 
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Finalmente gli ha detto ti amo.
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