mi sto iniziando a divertire...
Capitolo 3
Nicole si svegliò all‘improvviso. Il rumore assordante della sveglia la fece sobbalzare sull’enorme letto su cui si era addormentata.
Sotto un mucchio di vestiti e coperte uscì un suono simile ad un lamento.
-Michael che cavolo ti vuoi svegliare.-
-uhmmmm- fu tutto ciò che Michael riuscì a dire.
-Ha fatto proprio bene Debbie a chiedere il divorzio.
Cosa devo fare per farti alzare da quel letto?-
Nicole iniziava a perdere la pazienza, lui non rispondeva nemmeno alle provocazioni assonnato com‘era. Nel frattempo cercava di ritrovare i vestiti che erano finiti chissà dove sul pavimento. Con una mano cercava nella tasca dei pantaloni qualche forcina che potesse tenere a bada quella massa informe di capelli che si ritrovava al mattino. È incredibile come quei piccoli oggetti misteriosi potessero sparire in circostanze inspiegabili. Praticamente passava la vita a comprare forcine.
-Dov’è finita la camicia…-
Finalmente due piedi coperti da dei calzini bianchi poggiarono sul pavimento, seguiti dalla figura piuttosto barcollante di Michael che portava una mano verso la bocca per nascondere uno sbadiglio.
-Cercavi questa?-
Michael si girò con la camicia di Nicole tra le mani.
-Aaaaaaaaaaaaaah girati, non vedi che sono mezza nuda.-
Michael si girò immediatamente e il suo viso diventò rosso per l’imbarazzo. Adesso era decisamente sveglio.
-Scusa-
-Ci siamo addormentati insieme?-
-Credo proprio di si.- rispose lui.
-Non mi ricordo niente. Buio totale.-
-…niente?- chiese Michael.
-No assolutamente niente.-
Mentre chiudeva l’ultimo bottone della camicia aggiunse- ma quanto ho bevuto ieri sera?-
-Abbastanza per non ricordarti niente.- rispose Michael.
Avevano festeggiato l’uscita sul giornale “Vogue” di un articolo che parlava della nuova sorprendente fotografa Nicole Jones. Aveva già lavorato con Madonna, Brad e Angelina, Robbie Williams e ovviamente Michael Jackson.
Diciamo che si era fatta prendere un po’ la mano dall’euforia, anche se sarebbe meglio dire il gomito…
Erano andati in un locale che Michael aveva prenotato esclusivamente per lei, essendo stato il suo primo cliente “importante” significava molto per lei averlo lì e a lui piacevano le cose in grande, soprattutto se si trattava della sua fotografa preferita nonché ufficiale migliore amica ormai.
***
Era tutto il giorno che ci pensava, era convinta che alla festa fosse successo qualcosa, ma che cosa non riusciva proprio a capirlo.
Ormai erano ore che rimuginava e rovistava tra i ricordi in cerca di un indizio che la potesse aiutare a capire.
Aveva messo il vestito lungo, quello rosso, aveva speso quasi tutti i risparmi per comprarlo, erano arrivati verso le dieci e un quarto, Michael aveva messo una camicia nera di seta con dei ricami, c’erano tutti i suoi amici, c’era anche Sophie.
mmm Sophie…
Michael stava davvero bene ieri sera, i capelli ricci gli stanno benissimo e il ricciolo sulla fronte…Sophie…
Aveva un gran mal di testa.
Gli effetti collaterali della sbronza iniziavano a farsi sentire, la testa stava per scoppiare.
Perché mi viene in mente sempre Sophie? È una mia amica come tante altre…aspetta un attimo, ah si ora ricordo, abbiamo litigato.
Mi ricordo perfettamente le belle parole che mi ha detto, stronza poi mi è rimasto impresso particolarmente.
Ma perché abbiamo litigato era la mia festa, come si è permessa di insultare la festeggiata…
Proprio non ricordava.
Poteva chiamarla e chiederglielo.
Si come no, così l’avrebbe insultata un altro po’.
Cercò un’aspirina tra l’infinità di oggetti contenuti nella sua borsa, ne prese una e la mandò giù con un sorso d’acqua.
Michael!- disse ad alta voce.
Ma certo c’era anche lui saprà sicuramente cosa è successo.
Ora lo chiamo.
Prese il cellulare e iniziò a comporre il suo numero mentre il telefono squillava un flash le attraversò la mente.
-Oh cazzo Michael…-
Spense subito il cellulare e lo mise apposto nella borsa.
All’improvviso i ricordi iniziarono ad affiorare, confusi, sovrapposti ma sapeva dove l’avrebbero presto riportata.