UN FANTASTICO INCONTRO (in corso). Rating: rosso

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2017 13:29
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22/05/2010 00:33
 
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PARTE PRIMA (Prologo – L’incontro a Roma)

CAPITOLO 4°

Dopo aver dato fondo a tutto quello che era sul tavolo, bibite comprese, Michael mi chiede se ho voglia di vedere un film, gli rispondo che genere di film e lui mi dice qualche titolo in inglese che ovviamente non capisco, allora mi fa vedere la custodia di una video cassetta dove sono raffigurati Spencer Tracy, Katharine Hepburn e Sidney Poitier. Capisco che si tratta di Indovina chi viene a cena, film che conosco benissimo, quindi anche se il parlato è in lingua originale penso che riuscirò a seguirlo bene, per cui con entusiasmo approvo anche questa scelta e aggiungo che questi attori mi piacciono moltissimo, La Hepburn e Tracy perché sono dei mostri sacri e Poitier, perché oltre ad essere bravissimo è anche un bellissimo uomo.

Michael a queste mie parole mi guarda un po’ meravigliato, anche se non capisco per quale motivo, poi, prima di far partire il video, mi dice che anche per lui quegli attori sono eccezionali e che quel film ha un significato sociale molto profondo, perché è un manifesto antirazzista, poi con altrettanta disinvoltura mi racconta di quanto sia molto amico della Hepburn, elogiandone le sue meravigliose qualità, sia come attrice che come donna, molto attenta alle cause umanitarie che ha sostenuto insieme a lui.

Il film ha inizio e Mike mi circonda le spalle con il suo braccio ed io mi accomodo meglio e, timidamente poggio la testa sulla sua spalla. Faccio un po’ fatica a seguire i dialoghi, e essendo molto tardi sento che gli occhi mi si stanno chiudendo per il sonno, tutto ciò fino a che non entra in scena il magnifico Sidney Poitier, infatti non appena appare mi tiro su, ed esclamo in italiano:

“Mammamia, quant’è bello!”

Michael vuole sapere che cosa ho detto, quindi gli traduco la frase e lui sottolinea:

“Uhmm, vedo che ti piacciono gli uomini neri?”

Sono io adesso a restare meravigliata da questa affermazione, considerato che proviene proprio da un nero, anche se ora il colore della sua pelle non è certamente come quella di Poitier, e penso che la sua sia una domanda provocatoria, forse per vedere come reagisco, quindi imperturbabile gli rispondo:

“Se un uomo è bello, è bello a prescindere dal colore della sua pelle. Non mi risulta che la bellezza abbia un colore determinato. E poi scusa ma perché ti meravigli tanto?”

Lui ridacchia e mi dice che pensava che visto che sono italiana ed abito in una nazione dove ci sono solo bianchi, avessi dei canoni estetici diversi di bellezza.

A questa sua affermazione non posso fare a meno di rispondere:

“Ma niente affatto. Anche se sono italiana e bianca ciò non significa che non apprezzi quelli di altre razze……………..”

Mentre pronuncio la parola razze, mi vorrei mordere la lingua perché già questa parola può essere intesa come discriminatoria, quindi mi affretto subito a specificare, non senza un leggero turbamento e, quasi balbettando:

“………………..Insomma, non riesco ad esprimermi bene in inglese, ma quello che voglio dire è che per me il colore della pelle è l’ultima cosa a cui penso. Anzi non ci penso affatto; e poi scusa perché mi fai questo discorso, mi stai mettendo in difficoltà, ma che credi che io sia una razzista!”

Michael capendo di avermi messo in imbarazzo, si scusa dicendo:

“Ti giuro che non l’ho pensato nemmeno per un momento. Volevo solo provocarti un po’ e vedere come reagivi. Scusa se ti ho fatto arrabbiare, ma era solo un gioco. Comunque non mi è dispiaciuto come hai reagito, vedo che hai un bel caratterino, non ti lasci intimidire facilmente. Sono perdonato?”

Non ho nessuna voglia di continuare a fare la parte dell’offesa, anche perché mi ha parlato con un tale tono dolce e una’espressione così fanciullesca, come davvero avrebbe fatto un bambino che chiede scusa dopo aver combinato una marachella che, sorridendo, gli rispondo:

“Ok, ti perdono. Del resto, scusa, ma ora non sono qui con te?“

Lui mi abbraccia ridendo, mi da un bacio sulle labbra e lascia cadere finalmente il discorso.
Io faccio altrettanto perché non voglio affatto toccare l’argomento del colore della sua pelle, visto che non ne so assolutamente nulla, o meglio so solo quello che ho sentito dire, cioè che sta facendo delle cure per sbiancarsi, ma a me questa cosa è sempre sembrata talmente assurdo, da non ritenerla in alcun modo attendibile ma, soprattutto non voglio urtare la sua suscettibilità.
Ho notato, infatti, anche se la luce della stanza è abbastanza bassa, delle macchie più scure in alcuni punti scoperti del suo corpo; sul collo e sulle mani, ad esempio, che contrastano con il colore della pelle del viso decisamente più bianca, ma credo che il biancore del volto sia dovuto ad un abbondante trucco.
In ogni caso davvero non mi importa un fico secco del perché si stia sbiancando, ammesso che lo stia facendo volontariamente, poiché lo trovo comunque così affascinante, carismatico, imprevedibile, misterioso e decisamente fuori dal comune, come persona che, mi attrae tremendamente per la sua essenza e non per quello che appare, anche se, ad essere sincera, quello che fino ad ora mi è apparso è davvero notevole.

Riprendiamo quindi a guardare il film, per mettermi più comoda mi tolgo le scarpe e allungo le gambe sul divano, appoggiando la testa sulla sua gamba, lui approva facendomi un cenno, e posando la sua mano sulle mia spalla, mi accarezza dolcemente.
Inevitabilmente, in questa posizione di relax, data l’ora, coccolata dalla sue carezze, dopo poco chiudo gli occhi e mi addormento.
Dopo aver dormito non so per quanto tempo, vengo risvegliata dalla sua dolcissima voce che mi dice qualcosa in inglese che ovviamente non comprendo, quindi è costretto a ripetermelo parlando molto lentamente:

“Baby, è quasi giorno vai a dormire nel mio letto così starai più comoda.”

Apro gli occhi di colpo, ed imbarazzatissima per essermi addormentata, mi metto immediatamente a sedere rispondendogli, con la voce impastata dal sonno, in italiano:

“No, non preoccuparti, se mi chiami un taxi vado a casa, non voglio darti disturbo.”

Michael guardandomi con aria interrogativa mi dice che non ha capito niente, quindi cerco di ripetere la frase in inglese farfugliando, per cui lui, afferrando forse solo la parola taxi, ridendo, replica:

“Non è il caso che tu vada via in queste condizioni. Sei troppo stanca. Ti prego, vai a dormire sul mio letto.”

Cercando di riacquistare un contegno, ma nell’impossibilità di formulare frasi intellegibili nella sua lingua, mi limito a chiedere.

“E tu?”

Guardandomi con aria tenera risponde:

“Tu non pensare a me. Dai vieni che ti accompagno.”

Ormai sono quasi del tutto sveglia, per cui non volendo assolutamente privarlo del suo letto, mi rifiuto di alzarmi e gli dico:

“Sei molto gentile, ma io posso dormire sul divano, dove già stavo dormendo benissimo e tu devi andare a dormire nel tuo letto. Altrimenti vado a casa.”

Detto questo mi alzo in piedi, sbandando leggermente, lui pronto mi sorregge e mi dice:

“Dai, non fare storie, andiamo di là.”

Mentre mi accompagna nella sua camera tenendomi abbracciata, l’unica frase che mi viene in mente è la cosa più stupida che potessi dire:

“Ma non ho neanche il pigiama.”

Lui ride di nuovo e risponde:

“Questo non è un problema. Te ne do uno dei miei.”

Entriamo nella camera e lui mi aiuta a sedermi sul letto, io ormai ripresami completamente mi guardo intorno, ma non riesco a vedere granchè poiché la stanza è illuminata solo da una luce soffusa che proviene da una lampada posta su un tavolinetto tondo. Comunque lui si avvicina all’armadio e tira fuori un suo pigiama di cotone con disegni di topolino e mi indica il bagno per andarmi a cambiare.
Rimango a guardarlo con il pigiama in mano e penso che davvero non posso restare, mi sento troppo in imbarazzo, quindi con voce gentile ma ferma gli dico:

“Michael, grazie sei davvero molto, molto gentile, ma non posso restare a dormire qui. Tra l’altro il sonno mi è anche passato. Ti chiedo solo la cortesia di chiamare la reception per un taxi, perché è davvero molto tardi ed immagino che tu voglia riposarti.”

Lui mi guarda con un’aria un po’ malinconica e mi ribatte:

“Se ti preoccupi per me, non devi. Non ho sonno, perlomeno non ancora. Ma tu invece sì, perché sul divano dormivi così profondamente. Mi dispiace che tu abbia cambiato idea perché ti assicuro che per me non c’è nessun problema. Ma forse per te non è così.”

Dice queste ultime frasi con una leggera punta d’ironia nella voce, sebbene il suo tono sia sempre assolutamente gentile ed educato, quindi non posso fare a meno di rispondergli:

“L’unico problema che esiste per me è che mi sento un po’ in imbarazzo. Non so, ci siamo appena conosciuti e insomma non vorrei disturbarti, perché penso che tu sia stanco, e non mi sembra giusto che tu mi offra il tuo letto per andare a dormire chissà dove. Non mi va di creare fastidi…………………..Comunque se davvero non hai ancora sonno, visto che ormai a me è passato del tutto, posso restare ancora un po’………………se a te fa piacere……”

Mike, ora mi sta sorridendo e si avvicina per prendermi per mano e dirmi:

“Sei davvero una brava ragazza. Sei molto sensibile e carina a preoccuparti del mio riposo. Ti ringrazio di cuore, e comunque mi farebbe davvero piacere se tu ti fermassi ancora.”

Rispondo al suo sorriso guardandolo intensamente e stringendogli la mano che sentivo caldissima nella mia, poi mi alzo e lui mi abbraccia forte e mi ringrazia di nuovo.
[Modificato da malabi 23/05/2010 21:26]


22/05/2010 01:17
 
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Malabi la tua storia è sempre più avvincente, bravissima!!!!!!! Sono proprio curiosa di scoprire il soprannome della tua protagonista ;-)).
Continua così !!!!!! Baci

It's all for Love...L-O-V-E - Michael Jackson




The Dancer on the Moon - our Michael Jackson Blog.

22/05/2010 01:21
 
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PARTE PRIMA (Prologo – L’incontro a Roma)

CAPITOLO 5°

Sono un po’ stupefatta dalla sua reazione. Perché mai avrei creduto che il grande Michael Jackson, la star più famosa e pagata dell’intero pianeta, rincorso da giornalisti, fotografi, fan ed anche personaggi famosi, che avrebbero bramato poter passare una serata con lui, se non altro per farsi ancora più pubblicità, si potesse accontentare della compagnia di una semi-sconosciuta, che oltre tutto si era anche addormentata sul suo divano.
Se solo i milioni dei suoi fan, che lo seguivano in tournè ovunque, solo per poterlo vedere un po’ più da vicino o, quelli più fortunati, stringergli la mano per pochi secondi, avessero saputo del mio colpo di sonno, credo che avrebbero potuto spellarmi viva.
Mentre lui mi abbraccia, pensando a queste cose mi viene un po’ da ridere, quindi ovviamente mi chiede perché io stia ridendo così.

Glielo dico ed anche Michael trova la cosa molto divertente e allegramente ci trasferiamo di nuovo in salotto, dove ora gli chiedo di farmi sentire la sua musica.

Lui mi dice se voglio sentire il suo ultimo album, che è appunto Dangerous, annuisco e, lui piazza il cd nello stereo.
Resto in silenzio per godermi la musica, ma Michael, vicino a me canticchia e si muove al ritmo delle sue canzoni e ovviamente non posso fare a meno di guardarlo perché comunque, lo fa con una grazia e con ritmo, anche se da seduto, davvero irresistibili. Mi rimprovero di non aver visto il suo concerto perché penso che sul palco avrà fatto scintille; lui si accorge che lo sto fissando e guardandomi a sua volta smette di botto di muoversi, al che, gli dico:

“Nooooooooo, perché ti sei fermato? Mi piace vederti ballare, anche da fermo sei bravissimo, veramente.”

Lui sorride e mi dice che se lo guardo fisso un po’ si intimidisce.
A me sembra impossibile un’affermazione del genere, per cui replico:

“Scusa, ma quando ti esibisci di fronte a migliaia di persone che pendono dalle tua labbra e non ti staccano gli occhi di dosso per tutta la durata del concerto, come fai?”

Mi risponde semplicemente:

“Sul palco è diverso. Lì mi sento a mio agio, ma fuori dal palco, nella vita, è un’altra cosa. Non so perché, ma è così.”

Queste sue parole mi provocano di nuovo, una gran tenerezza, perché mi fanno pensare a lui come un uomo molto timido, solo e fragile, per cui non insisto e gli dico soltanto che il suo disco mi piace moltissimo e che lo trovo forse anche più bello degli altri, più nuovo, più sperimentale, più maturo. Ed anche la sua voce, mi piace di più, perché più aggressiva e, in alcuni brani più arrabbiata quasi.

Lui annuisce e mi dice che è vero, è così che voleva fosse percepito da chi lo avrebbe ascoltato e quindi è molto soddisfatto del risultato ottenuto ed è contento che a me piacesse molto. Poi mi chiede se io ce l’avessi già ed alla mia risposta negativa, si alza immediatamente per prendere un altro cd e mi dice che vuole regalarmelo per suo ricordo, io lo ringrazio e non oso chiedergli un autografo, perché è qualcosa che non ho mai fatto con nessun personaggio famoso, pur avendone conosciuti parecchi grazie al lavoro di mio padre, ma Michael, forse leggendomi nel pensiero, mi toglie subito di mano il compact, dicendomi:

“Scusa, dimenticavo, ti voglio scrivere una dedica.”

Si presenta però il problema della penna, che ovviamente non ha a portata di mano, per cui comincia a girare per tutto il salotto sollevando tutte le cataste di cose che aveva accumulato sparse, e finalmente trova un pennarello che scrive male perché quasi consumato del tutto. In ogni caso, alla meno peggio riesce a scrivere qualcosa e mi riconsegna il prezioso cd.

Non appena me lo restituisce cerco immediatamente di leggere quello che ha scritto e un po’ a fatica riesco a decifrare.

“Per una donna speciale, incontrata per caso una sera, con amore. Michael”

Leggo queste poche parole e mi sciolgo del tutto. Mi si inumidiscono gli occhi, ma per un mio pudore non voglio che mi veda e così lo abbraccio con enfasi, e tenendolo stretto gli dico:

“Grazie, è una bellissima dedica.”

Michael risponde al mio abbraccio e molto dolcemente cerca la mia bocca per baciarla. Rispondo ai suoi baci questa volta senza farmi tanti problemi, molto più rilassata e a mio agio di quanto lo fossi prima e con vera passione che lui ricambia.

Continuiamo a rimanere abbracciarti e a baciarci ancora per molto o almeno credo, poiché ho sicuramente una percezione del tempo molto dilatata, poi lui senza parlare mi prende per mano e di nuovo torniamo in camera da letto, sento il suo corpo premere contro il mio e lui che mi sussurra con una voce profonda che gli piaccio moltissimo ma oltre a questo tra di noi non succede assolutamente nulla. Dal canto mio non cerco nemmeno di forzare alcunché poiché, rispetto il suo desiderio di non andare oltre ed anzi devo dire che passato il primo momento di stupore, apprezzo moltissimo questo suo modo di comportarsi, perché un altro al suo posto, senza nemmeno essere il personaggio che è lui, non si sarebbe fatto prendere da nessun tipo di scrupolo ed avrebbe approfittato della situazione immediatamente.

A dirla proprio tutta, se proprio mi devo stupire di qualcosa, non è certamente in negativo ma solo in positivo per aver conosciuto un uomo veramente al di sopra di qualsiasi mia più rosea aspettativa. Michael Jackson è una persona gentile, perbene, sensibile, dotato di uno straordinario talento che però non esibisce ed ostenta come si potrebbe credere. E’ umile, generoso, buono, forse in qualche comportamento un po’ strano, ma anche qui c’è da chiedersi che cosa sia la normalità.

Se per normalità si intende la mediocrità, allora Michael non lo è. Lui è tutto tranne questo. Ma se per normalità si intende che ciascuno viva ed agisca secondo i propri convincimenti, valori, educazione e cultura, anche se non rispecchiano la maggior parte dei canoni e degli schemi entro cui gran parte degli esseri umani si muove, allora anche per Michael si può parlare di “normalità”. Lui vive ed agisce come è sempre stato abituato a fare e secondo le sue convinzioni che tra l’altro, condivido in gran parte.

Non posso far altro che pensare di essere stata davvero fortunata ad averlo conosciuto e che questa serata rimarrà impressa nella mia memoria per sempre, e tutto ciò lascerà in me un segno indelebile; lui, lascerà un segno indelebile. Ma come si fa a non innamorarsi di un uomo simile. E’ quello che mi chiedo mentre sto ancora abbracciata a lui, gustandomi la sua vicinanza, il suo odore, la sua pelle morbidissima ed il sapore buonissimo delle sue labbra.

Poi ci addormentiamo, vinti dalla stanchezza, una tra le braccia dell'altro.

Mi sveglio, non so quanto tempo dopo, per le voci che arrivano dalla stanza accanto. Nel dormiveglia non riesco a distinguere nulla, anche perché esse mi arrivano molto attutite dalla porta chiusa. Apro gli occhi a fatica, cercando di capire dove mi trovo, poi improvvisamente mi rendo conto che sono nel letto di Michael e istintivamente allungo un braccio per sentire se fosse ancora vicino a me, ma trovo il suo posto vuoto.
Mi metto a sedere e mi accorgo di aver dormito tutta vestita, mi dirigo verso il bagno, sperando che Michael non ne abbia bisogno perché la cosa mi imbarazzerebbe moltissimo, guardo l’orologio che ho al polso e vedo con terrore che è l’una passata. Mi dico che ho dormito troppo, che forse Michael avrebbe voluto che me ne andassi ad un orario decente per potersene stare finalmente da solo, mi dico che sono stata una stupida ad addormentarmi e che avrei fatto bene a non rimanere.
Mi sento come una ladra che ha paura di essere scoperta da un momento all’altro. Non so cosa fare, di andare di là e presentarmi come se niente fosse al cospetto di altra gente oltre che a Michael, non se ne parla neppure, ma d’altro canto non so come fargli sapere che mi sono svegliata e che finalmente, per lui s’intende, è ora che me ne vada.

Cerco anche di fare il meno rumore possibile, perché non voglio che qualcuno sappia che ci sia una persona nella sua camera da letto. Credo che per lui sarebbe davvero imbarazzante, quindi mi muovo lentamente per non rischiare di farmi sentire, anche se tutto sommato vorrei che Mike si accorgesse del mio risveglio.

In bagno cerco di darmi un’ aggiustata, perché mi sembra di avere un aspetto terribile, e non solo quello, anche il mio abito è diventato uno straccetto ormai, ma non ho niente di mio a portata di mano, avendo oltretutto lasciato la mia borsa sul divano, che spero sia stata occultata da Michael per non rivelare la mia presenza ad occhi estranei.

Comunque alla meno peggio riesco a sistemarmi un pochino, ma poi, finita questa operazione, non mi resta che mettermi seduta sul letto per aspettare pazientemente che Michael entri nella sua camera, cosa che finalmente avviene dopo un po’ di tempo.

Appena sento aprire la porta della camera, istintivamente mi alzo di scatto rimanendo ferma accanto al letto, mentre lui entra avvicinandosi piano. Probabilmente essendo questa camera ancora immersa nel buio, non si è accorto che io sono già in piedi e solo quando è al centro della stanza finalmente mi vede.

Non riesco a dire nulla, sono imbarazzatissima ed agitatissima perché mi aspetto da parte sua un atteggiamento del tutto diverso da quello che era stato la notte precedente. Michael, però non appena mi scorge, con la massima gentilezza mi dice:

“Ciao, pensavo che stessi ancora dormendo. Ma che ci fai in piedi e completamente al buio?”

Detto questo, accende la luce della lampada.

Mi affretto a rispondere, con un tono di voce un po’ preoccupato ed anche leggermente concitato, perché non vorrei che pensasse che ho approfittato della sua assenza per curiosare tra le sue cose, che mi ero svegliata da poco e che quando lui era entrato ero appena uscita dal bagno.

In fretta inoltre aggiungo:

“Scusa se ho dormito così a lungo, mi sento molto a disagio per questo, sarei dovuta tornare a casa mia, non avrei mai dovuto approfittare della tua gentilezza.”

Lui mi sorride e per tranquillizzarmi mi ribadisce che se lui non avesse voluto che io restassi mi avrebbe fatto accompagnare a casa, quindi non dovevo preoccuparmi e soprattutto non dovevo sentirmi a disagio per aver dormito fino ad ora. Mi chiede anzi, se io abbia riposato bene.

Con un tono più rilassato gli rispondo:

“Ho dormito benissimo. Tu piuttosto puoi dire altrettanto? A che ora ti sei svegliato?”

Mi risponde che anche lui ha dormito bene e che si è svegliato intorno alle 11, perché aveva delle cose da fare e che comunque non dorme mai molto perché poche ore gli bastano.

Resta dunque in silenzio a guardarmi ed io penso che, forse, mi sta fissando poiché devo senz’altro avere un aspetto orribile oppure perché io mi decida finalmente ad andarmene, per cui di nuovo mi sento terribilmente a disagio, e per porre fine a questa situazione imbarazzante, dico:

“Ok, ora è meglio che vada. Scusa, ma non sono molto esperta, quindi dimmi tu come fare per uscire da qui senza problemi.”

Lui con un tono un po’ malinconico, sorprendentemente mi risponde:

“Devi proprio andare? Pensavo che potevamo mangiare qualcosa assieme. Io parto questa sera per Milano, e mi faresti molto contento se tu potessi restare ancora un po’ con me.”

Sono di nuovo spiazzata e, di nuovo non so cosa rispondere perché il desiderio di restare è fortissimo ma, non riesco a vincere la soggezione che ho nei suoi confronti.
Mi chiedo perché la sua presenza mi faccia sentire così ma non so darmi una risposta e non so darla nemmeno a lui. Resto quindi in silenzio a guardarlo, limitandomi solo a stringermi nelle spalle a significare che non so cosa dire.

Michael, che probabilmente ha percepito il mio stato d’animo, mi si avvicina ed abbracciandomi mi dice, con una voce più bassa e profonda:

“Non preoccuparti, va tutto bene, io desidero che tu resti.”

Sentendo il suo forte abbraccio e la sua voce sincera finalmente mi convinco e gli rispondo che resterò volentieri.

Lui alla mia risposta, si distacca da me e tutto allegro mi chiede se ho molta fame perché ha fatto preparare al suo cuoco delle cose molte buone e speciali.

Ci trasferiamo in un’altra stanza, oltrepassato il salotto, dove già c’è una tavola apparecchiata per due; a questa vista non posso fare a meno di pensare che nemmeno ha preso in considerazione un mio eventuale rifiuto, dando ovviamente per scontato che sarei rimasta.
Devo ammettere che questa sua sicurezza, un po’ mi disturba, ma poi a malincuore mi dico che comunque ha ragione a pensarla così, visto che non ha faticato molto per convincermi a pranzare con lui.

Durante il pasto, dove entrambi mangiamo pochissimo, io sicuramente per lo scombussolamento, Michael per sua abitudine, parliamo di tante cose e tra queste lui mi chiede della mia vita, ma non in senso generale, si sofferma soprattutto su particolari che potrebbero sembrare insignificanti, tipo, se ho molti amici, se vado con loro a mangiare fuori, al cinema, a fare gite; vuole sapere com’è la mia casa, se ho degli animali, se vado d’accordo con i miei genitori, se ho fratelli e sorelle e se ci vediamo spesso.

A queste domande, che come al solito, mi lasciano perplessa, rispondo sempre con gentilezza ma aggiungo poi alla fine che la mia vita è assolutamente normale, anzi piuttosto banale e scontata, al contrario della sua, che invece deve essere piena di impegni, e del tutto più esaltante e soddisfacente della mia.

Lui a queste mie parole si intristisce e mi risponde che il poter vivere normalmente a volte, è la cosa che gli manca di più. Io rispondo che dopo qualche tempo di una vita così detta "normale", si stancherebbe, perché la vita normale è anche molto faticosa. Lui mi dice con un sorriso:

"Sì forse, ma vorrei poterla provare, per poter conoscere la differenza. Tu come la maggior parte della gente pensa che la vita di un artista sia da invidiare, perché è vero noi abbiamo tanto; il denaro, la fama, l’amore del pubblico, ma ti garantisco che a volte tutto questo lo dobbiamo pagare, almeno io lo pago, con un prezzo altissimo perché tutto ciò invece mi porta anche tanta, tantissima solitudine e molta sofferenza. Non voglio dire di essere sfortunato, anzi ringrazio Dio per avermi dato tutto ciò, mentre c’è tanta gente che non ha niente e deve lottare ogni giorno per la sopravvivenza, ma a volte non posso fare a meno di invidiare chi invece può permettersi, come te di uscire con gli amici per andare a mangiare una pizza, senza dover rendere conto a nessuno e senza aver bisogno delle guardie del corpo o di dover entrare nei locali passando per le cucine per sfuggire ai fotografi, che mi perseguitano ovunque io vada. Ti giuro che a volte è davvero molto, molto difficile, sopportare tutto questo."

Mentre parla con la sua voce così flautata e gentile, lo guardo sempre più affascinata, perché dalle sue parole traspare la sua sensibilità d’animo e nuovamente la sua solitudine, che forse di lui è la cosa che mi ha colpito di più. Ancora una volta, mi fa tenerezza e questo sentimento mi sorprende perché mai avrei pensato di provarlo nei confronti di Michael Jackson.

Certo non riesco a comprendere appieno quanto questa sofferenza sia preponderante rispetto a tutti i vantaggi che un personaggio famoso come lui possa avere, perché ovviamente non ho la più pallida idea di come viva una star del sua calibro, ma capisco che comunque questo conflitto interiore è per lui causa di un forte disagio emotivo, che forse ha radici molto più profonde e remote. Non riuscendo però a formulare questi miei pensieri in frasi intellegibili, sempre per la difficoltà della lingua, mi limito solo ad abbassare gli occhi e a dirgli che sono molto dispiaciuta di vederlo così triste e solo e che mi resta difficile pensare che uno come lui non abbia amici.

Accennando ad un mezzo sorriso un po’ ironico ribatte:

“Oh se per questo, di persone che si spacciano per miei amici ce ne sono migliaia in giro per il mondo, ma la verità è che di amici veri, fidati, leali e che mi vogliono davvero bene, ne ho pochissimi, non arrivo a contarli su una mano e comunque è tutta gente di spettacolo, non conosco e non ho amici al di fuori di quell’ambiente, esclusi i bambini che adoro e con i quali riesco ad instaurare dei veri rapporti d’amicizia, perché loro sono puri ed innocenti e mi amano per quello che sono e non per il mio personaggio”

Mi viene spontaneo ribattergli questo:

“Forse tu non sei mai stato interessato a crearti amicizie con le persone così dette normali perché pensi che da parte loro non ci possa essere un reale desiderio di conoscerti per quello che sei, ma hai paura che il loro interesse per te possa derivare solo dalla tua celebrità. Ti posso dire però, che non è sempre così, non tutte le persone la pensano in questo modo, non tutti sono attirati dalle celebrità. Non vorrei sembrarti presuntuosa ma per me ti assicuro che non è così. Se io non avessi visto in te qualche altra cosa al di là del tuo personaggio, puoi star tranquillo che ora non sarei qui con te. Sono però anche sicura di non essere l’unica a pensarla così e, che come me, ci sono tante altre persone che, forse, non hai avuto la possibilità di incontrare, in fondo, io non sono poi così eccezionale.”

Michael ora mi rivolge un largo sorriso e mettendo la sua mano sulla mia, ribatte immediatamente:

“Lo so che per te è diverso e te l’ho anche detto, e averti conosciuta mi ha reso molto felice. Ma ti assicuro che è difficilissimo trovare persone come te ed io di gente ne ho conosciuta, ne conosco e ne conoscerò ancora tantissima e, se dico queste cose è per esperienza diretta. Credimi non è come tu pensi.”

A questa risposta non so cosa replicare, perché davvero mi sembra che parli con cognizione di causa ma davvero mi resta difficile credere che tra tutta la gente che ha conosciuto non sia riuscito ad intravedere in qualcuno una possibilità di rapporto amichevole. Non voglio però continuare ad insistere su questo argomento, anche perché lui ora mi sta chiedendo di andarci a guardare un film, sdraiati sul letto, perché ha bisogno di riposarsi un po’ prima di ripartire.
[Modificato da malabi 23/05/2010 21:28]


22/05/2010 01:22
 
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Re:
BEAT IT 81, 22/05/2010 1.17:

Malabi la tua storia è sempre più avvincente, bravissima!!!!!!! Sono proprio curiosa di scoprire il soprannome della tua protagonista ;-)).
Continua così !!!!!! Baci




Grazie per i complimenti.
Baci anche a te.


22/05/2010 01:38
 
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Questo è l'ultimo capitolo della prima parte. Il racconto ha un seguito tra l'altro molto lungo se vi fa piacere continuerò a postarlo. Ringrazio chi pazientemente mi ha letto ed apprazzato.


PARTE PRIMA (Prologo – L’incontro a Roma)

CAPITOLO 6°

Lo seguo di nuovo nella sua camera, che magicamente trovo completamente riassettata ed ordinata, ed in piena luce, sicuramente qualcuno del personale avrà provveduto a sistemarla mentre noi stavamo mangiando.

Ci accomodiamo appoggiandoci ad un mucchio di cuscini per guardare un altro capolavoro di Disney, Beauty and The Beast, che ancora non avevo visto e mentre la pellicola ha inizio Michael pronuncia una frase che mi raggela:

“Sai, spesso mi sento come la Bestia, che vive in quel castello incantato, odiato da tutti, perché i tabloid hanno scritto di me delle cose cattivissime dipingendomi spesso come un pazzo, uno strano, un mostro, e quello che mi fa più soffrire è che la maggior parte della gente che legge queste cose, ci crede.”

Per non farlo ripiombare nella tristezza, rispondo con un tono leggero:

“Allora faccio bene io a non leggere certi giornali.”

Lui mi abbraccia, mi dà un bacio sulla guancia e mi fa appoggiare la testa sulla sua spalla e in questa posizione ci gustiamo il film, mentre lui, ovviamente, nei pezzi musicali canticchia, molto spesso a bocca chiusa seguendo solo la melodia, ed io mi gusto nota per nota la sua meravigliosa voce che in sordina e a pochi centimetri dal mio orecchio sto ascoltando con un’emozione fortissima, perché in questo istante so di essere una privilegiata.

Totalmente rilassati sulla scena finale del film, Michael emulando il protagonista del film, cerca la mia bocca per baciarmi ancora una volta dapprima con estrema dolcezza che via, via lascia però al posto ad una passione sempre più crescente.

Baciandoci, accarezzandoci e tenendoci strettamente abbracciati arriviamo fino al punto in cui entrambi vorremmo spingerci oltre ma lui pur sussurrandomi parole d'amore, piene di dolcezza e tenerezza, mi dice che non può farlo per suoi convincimenti che derivano dall’educazione religiosa che ha ricevuto e, a cui si sente ancora fortemente legato.

Di nuovo mi stupisco da ciò che ho appena sentito ed allora gli chiedo, poiché ripeto non conosco niente di lui, quale sia la sua fede religiosa.
Lui mi risponde che per molti anni ha seguito la chiesa dei Testimoni di Geova, ed anche se attualmente non frequenta più tale congregazione, non riesce ad ignorare alcuni insegnamenti, come ad esempio il non fare sesso al di fuori del matrimonio.

Resto assolutamente senza parole di fronte a questa rivelazione ed ancora una volta, quest’uomo che davvero non riesco ad inquadrare in nessun schema, riesce a sorprendermi per la sua originalità.

Sono certa che se l’avessi raccontato in giro difficilmente qualcuno avrebbe creduto alle mie parole, perché è inconcepibile pensare che una donna, dopo aver passato una giornata quasi intera nella stanza di una pop-star, non una qualsiasi ma addirittura di MJ, non abbia avuto con lui un rapporto sessuale completo.

E’ chiaro che anch’io trovo difficoltà a credere nelle sue parole e la prima cosa che mi viene in mente è che forse non gli piaccio così tanto da desiderare di fare l’amore con me. Ripensando però al modo in cui mi ha baciata e tenuta stretta contro il suo corpo in cui l’eccitazione era tangibile, mi convinco che forse il motivo può essere un altro, quello cioè di non voler avere un’avventura con una sconosciuta che avrebbe potuto, uscendo dall’albergo, andare a sputtanarlo sui giornali di tutto il mondo.
Scarto però anche questa ipotesi poiché, se avesse davvero avuto paura di questo, non mi avrebbe nemmeno baciata, anzi non mi avrebbe nemmeno chiesto di restare con lui per tutto questo tempo, perché comunque, se avessi voluto, a prescindere da ciò che era effettivamente accaduto tra di noi, avrei potuto rivendermi questa notizia, che già di per sé sarebbe stata sicuramente un grande scoop.
La risposta quindi, mi dico che deve essere un’altra e forse la trovo nel pensare che Michael non vuole rischiare che una semplice conoscenza, tutto al più amicale, possa essere per lui fonte di qualche problema di tipo sentimentale.
Non conoscendomi, infatti, non può sapere quale potrebbe essere il mio comportamento verso di lui, e senz’altro diffidente com’è nei confronti delle persone che gli si avvicinano, credo che l’ipotesi di un mio probabile coinvolgimento sentimentale che potrebbe essere di tipo persecutorio, sia per lui un deterrente che non può permettersi di sottovalutare.

Persa nella ridda delle mie elucubrazioni mentali a proposito del suo comportamento, non sento nemmeno che lui mi sta di nuovo parlando con un tono dolcissimo, quindi non avendo capito le sue parole gli chiedo di ripetermele e lui con molta gentilezza e parlando ancora più lentamente per far sì che io comprenda bene, mi dice:

“Ti prego di non pensare a nulla che non sia esattamente quello che ti ho spiegato. Non voglio che tu creda che ci siano altri motivi oltre a questo. No, ti assicuro che non è così. Tu mi piaci molto, anzi sinceramente, potrei dire moltissimo, sei fisicamente molto attraente, hai un bel viso, dei bellissimi occhi, grandi e molto intensi ed espressivi ed un sorriso dolcissimo. Sei intelligente, divertente ed ironica, e questo nelle donne lo apprezzo molto, sei sensibile, appassionata e stare con te mi piace molto e per questo vorrei incontrarti di nuovo. Tra poco purtroppo devo partire, se potessi resterei qui con te ma devo proseguire il mio Tour, però se tu potessi raggiungermi in qualche città europea, mi faresti davvero felice. Te lo dico davvero con il cuore, credimi.”

Nel dirmi questo ha un tale convincimento nella voce che, del tutto soggiogata dalle belle parole usate nei miei confronti, mi convinco della sua sincerità e gli rispondo che non so se sarà possibile, a causa del mio lavoro, ma che farò del tutto per poterlo rivedere.

Michael mi sorride mi abbraccia di nuovo e mi ringrazia per la mia compagnia e per la mia comprensione, poi mi dà un numero di telefono a cui posso telefonare quando vorrò parlare con lui e, mi chiede anche il mio che gli scrivo su un pezzo di carta e che lui, dopo aver cercato il suo cellulare, memorizza subito.

In questo momento ho uno stato d’animo talmente triste e malinconico per la separazione imminente da lui, che non oso chiedergli se il numero che mi ha dato è quello suo personale e privato per paura di ottenere una sua risposta negativa, ma alzandomi per prepararmi ad uscire, dato che faccio fatica a parlare per la commozione che mi sovrasta, mi limito soltanto a dire:

“Michael, è ora che io vada, tra un po’ tu partirai e dovrai prepararti. Non c’è bisogno che tu mi faccia accompagnare posso prendere un taxi, anzi lo preferisco. Per favore puoi farlo chiamare?”

Lui mi guarda con un’espressione molto triste, mi si avvicina per prendermi la mano e baciarla dolcemente poi con voce commossa mi ringrazia di nuovo per aver passato con me una giornata meravigliosa ed indimenticabile e mi ripete che spera di vedermi presto. Si avvicina poi al telefono per far arrivare un taxi.

Non riesco nemmeno più a parlare per il magone ed invece vorrei dirgli tante cose e quando lui si avvicina per abbracciarmi e baciarmi ancora una volta, ho gli occhi pieni di pianto. Allora Michael, per consolarmi, mi accarezza e con le sue meravigliose dita asciuga le lacrime che non riesco a trattenere, e mi dice che qualsiasi cosa accada, lui è certo che ci incontreremo di nuovo e di aver fiducia in lui.

Lo bacio per l'ultima volta con struggimento ed esco dalla suite riuscendo a dirgli soltanto: “Grazie.”

Fuori dall’albergo c’è il taxi che mi aspetta, in queste ore passate con Michael Jackson avevo del tutto dimenticato il rumore del traffico della città che invece mi percuote le orecchie prepotentemente, come per ricordarmi che questa è la mia realtà, la mia vita, distante anni luce dalla sua.

Mentre il taxi si muove, mi giro per guardare un’ultima volta la sagoma dell’Hotel Excelsior, sperando stupidamente di rivederlo ancora una volta magari affacciato alla finestra, ma riesco a malapena a distinguere solo l’entrata perché ho la vista appannata dal pianto che copioso, irrefrenabile e disperato mi inonda completamente.
[Modificato da malabi 23/05/2010 21:29]


22/05/2010 01:40
 
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Bello bello bello!!! Brava!!!! Oddio, devono assolutamente rivedersi !!! Speriamo che lei riesca a raggiungere MJ in qualche data del Tour, anche xè mi sa che la tua protagonista è già bella cotta di Michael ;-)))))))) . Nn vedo l'ora di leggere il seguito. Bravissima!!!!! Baci e buona notte. Sara
[Modificato da BEAT IT 81 22/05/2010 01:49]

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22/05/2010 01:52
 
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Re:
BEAT IT 81, 22/05/2010 1.40:

Bello bello bello!!! Brava!!!! Oddio, devono assolutamente rivedersi !!! Speriamo che lei riesca a raggiungere MJ in qualche data del Tour, anche xè mi sa che la tua protagonista è già bella cotta di Michael ;-)))))))) . Nn vedo l'ora di leggere il seguito. Bravissima!!!!! Baci e buona notte. Sara




Buona notte anche a te Sara.

Spero domani di postare qualche altro capitolo.


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Re: Re:
malabi, 22/05/2010 1.52:




Buona notte anche a te Sara.

Spero domani di postare qualche altro capitolo.




Nn vedo già l'ora di leggere qualche tuo altro capitolo ;-)))))) , purtroppo domani vado via e rientro domenica in giornata, ma domenica sera recupererò tutto l'arretrato ;-)))))) . Ancora buona notte. Baci

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22/05/2010 18:08
 
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woow quanti bei capitolii!! bravissima, davvero aspetto con anzia il seguito!!

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bene... [SM=g27838]

dreams never die!!!!! [SM=g27811]

Che bello rileggerli [SM=x47981]
[Modificato da antonella.30 22/05/2010 20:38]

...MICHAEL...♥

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